VIDEO | È quanto prevede un protocollo sottoscritto dal sindaco della città Ernesto Alecci, affiancato dall'assessore alle politiche sociali, Sara Fazzari, e dalla direttrice dell'istituto penitenziario di Catanzaro, Angela Paravati
Saranno 10 i detenuti dell’istituto penitenziario di Catanzaro che presteranno servizi di pubblica utilità nel comune di Soverato. È questo in sintesi quanto prevede il protocollo siglato dal sindaco della città Ernesto Alecci e dalla direttrice della casa circondariale Ugo Caridi di Catanzaro Angela Paravati. Un'iniziativa che, grazie all’impegno dell’assessore alle politiche sociali Sara Fazzari, permetterà ai detenuti a fine pena di reinserirsi nel tessuto sociale.
«Per questi lavori di pubblica utilità noi individuiamo sempre detenuti che hanno già l’esperienza del permesso premio che è una garanzia perché in questo caso sono liberi di uscire dal carcere e tornare dopo dieci o quindici giorni – spiega la direttrice Paravati -, per cui sperimentando già questa situazione possiamo sicuramente mandarli fuori nelle ore diurne per lavorare per poi rientrare all’interno del carcere. Sono detenuti che non hanno reati di mafia o collegati alla criminalità organizzata – precisa - ma rientrano tra i reati comuni».
Dalla cura del verde, alla pulizia delle spiagge, alla manutenzione di strade ed edifici i detenuti, attraverso questo percorso avranno modo di dimostrare di aver preso le distanze dal passato e di volersi riscattare. «È vero che il debito con la giustizia si ripaga scontando gli anni di carcere ma lo si può anche ripagare dando un servizio pubblico» è stato il commento del sindaco Ernesto Alecci. «Su questo chiedo proprio vicinanza alla città di Soverato – ha sottolineato l’assessore Fazzari -. Invito i cittadini a stare vicino a questi detenuti, a dare loro una parola di conforto per farli sentire persone comuni».
Si tratta di detenuti che hanno esperienze pregresse, ha spiegato ancora la direttrice, come ad esempio agricoltori o manutentori di aree verdi, o con competenze acquisite in carcere E rivolgendosi alle persone che potranno avere qualche dubbio la Paravati aggiunge: «Solitamente i detenuti non sono ben accolti ma bisogna pensare che in questo percorso hanno tutta la volontà di dimostrare che sono persone nuove e che non farebbero mai una cosa sbagliata. L’invito è di osservare, di aspettare e di farsi un’opinione soltanto dopo aver visto il lavoro svolto da queste persone».